L’ignoto, come il buio, fa paura.
Soprattutto quando si tratta della salute di chi amiamo.
E per affrontare il Buio della Paura, a volte serve che qualcuno ci indichi la strada accendendo in noi la luce della consapevolezza.
Sono molte le Persone a temere l’anestesia, e solo il dialogo con il proprio anestesista rianimatore può aiutarle a vivere più serenamente il percorso perioperatorio.
Perchè la paura si supera insieme.
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CHE COSA E' L'ANESTESIA GENERALE

Per anestesia generale si intende un trattamento che consente al paziente sottoposto ad intervento chirurgico di perdere lo stato di coscienza, in modo da non sentire alcun dolore, non muoversi e di non ricordare quanto accade.

Il sonno che viene indotto dall’anestesia generale è tuttavia ben diverso dal sonno regolare, il cervello anestetizzato non conserva ricordi e non risponde ai segnali del dolore, a differenza di quanto succederebbe normalmente in caso di stimoli forti come quelli causati da un intervento chirurgico.

L’anestesia generale è una condizione farmacologicamente indotta con l’obiettivo di ottenere 3 componenti:

ipnosi (incoscienza,perdita memoria) → attraverso un farmaco ipnoinducente, generalmente un gas inalatorio o un farmaco endovenoso

analgesia (perdita di risposta al dolore) → attraverso un farmaco antidolorifico iniettato per via endovenosa

rilassamento muscolare (perdita di riflessi motori, rilassamento muscolare scheletrico) → farmaco miorilassante iniettato per via endovenosa

L’anestesista può scegliere di procedere con un’anestesia generale, escludendo forme di sedazione più leggere o l’anestesia locale o epidurale, in situazioni specifiche come ad esempio per gli interventi molto lunghi o interventi che impattano sulla respirazione e quindi quelli che interessano il torace o l’addome superiore.

Non ci sono controindicazioni assolute all’anestesia generale, tuttavia ci sono numerose condizioni che, già durante la visita anestesiologica, richiedono un’attenta valutazione da parte del medico anestesista, tra cui per esempio:

Ad occhi aperti
Ad occhi aperti
Ad occhi aperti

Lo stato di salute del paziente dovrebbe essere portato nelle condizioni migliori possibili, quando ci sia margine di intervento, prima della chirurgia. (Maggiori dettagli nel paragrafo “visita anestesiologica”)

La morte a causa dell’anestesia generale è rara e si stima che sia pari a circa 1 su 150.000 pazienti (0.0007%).

ad occhi aperti bannerad occhi aperti tabletad occhi aperti mobile

Prima dell’intervento: la visita anestesiologica

La visita anestesiologica viene condotta dal medico anestesista-rianimatore, qualche giorno prima dell’intervento e permette di pianificare con attenzione il tipo di anestesia, ottenendo il miglior compromesso possibile tra rischi e benefici per il singolo paziente.

Sapere prima quali saranno i temi discussi durante la visita anestesiologica (di seguito elencati) può essere molto utile per far sì che il paziente possa arrivare pronto all’incontro con tutte le informazioni necessarie per la valutazione da parte dell’anestesista-rianimatore.

Oltre a valutare gli esami clinici, il medico anestesista-rianimatore effettuerà una visita completa dalla quale ricaverà informazioni come l’eta, il peso, l’altezza, il sesso, l’indice di massa corporea e porrà una serie di domande al paziente, quali:

  • lo stato di salute generale, inclusi eventuali cambiamenti recenti,
  • malattie pregresse
  • se si stanno assumendo farmaci
  • allergie a farmaci o ad altro
  • informazioni e abitudini alimentari, abitudine al fumo, consumo di alcolici e/o altre sostanze
  • disturbi di salute cronici: pressione alta, diabete, malattie cardiache ,asma, sindrome delle apnee notturne
  • interventi subiti in passato
  • passate esperienze con l’anestesia e relativi eventuali problemi.

Come dicevamo, lo stato di salute e le condizioni del paziente dovrebbero essere portate nelle condizioni migliori possibili prima dell’intervento, per ottimizzarne l’esito e ridurne i rischi. Per tale ragione, durante la visita anestesiologica, verranno fornite alcune indicazioni da seguire come:

  • Digiuno pre-operatorio:

L’anestesia generale attenua la naturale predisposizione del corpo a mantenere gli alimenti nello stomaco e fuori dai polmoni, quindi il paziente verrà istruito sui tempi necessari di digiuno e sull’assunzione dei liquidi prima dell’intervento. Generalmente i tempi vengono indicati dall'anestesista.

  • Sospensione di farmaci:

Potrebbe essere necessario evitare alcuni farmaci, ad esempio i fluidificanti del sangue come l’aspirina e soprattutto gli anticoagulanti per diversi giorni prima dell’intervento.

  • Digiuno pre-operatorio:

L’anestesia generale attenua la naturale predisposizione del corpo a mantenere gli alimenti nello stomaco e fuori dai polmoni, quindi il paziente verrà istruito sui tempi necessari di digiuno e sull’assunzione dei liquidi prima dell’intervento. Generalmente i tempi vengono indicati dall'anestesista

  • Sospensione di farmaci:

Potrebbe essere necessario evitare alcuni farmaci, ad esempio i fluidificanti del sangue come l’aspirina e soprattutto gli anticoagulanti per diversi giorni prima dell’intervento.

Durante l’intervento: induzione e mantenimento dell’anestesia

L’Induzione dell’anestesia avviene attraverso la somministrazione di un mix di farmaci ipnotici, analgesici e miorilassanti, che possono essere dati a diversi dosaggi in modo da ottenere un’anestesia più o meno profonda.

  • L’anestetico ha effetto molto rapido, il paziente perde coscienza in meno di un minuto senza provare alcuna sensazione sgradevole, come se si addormentasse.
  • La perdita di coscienza del paziente è seguita dalla completa paralisi dei muscoli del corpo e ovviamente della respirazione, resa possibile grazie ai farmaci utilizzati dall’anestesista noti come miorilassanti o bloccanti neuro-muscolari. Questi farmaci, permettono di salvaguardare e proteggere le vie respiratorie, rendendo possibile l’intubazione tracheale e permettendo una ventilazione artificiale

La profondità dell’anestesia, il grado di paralisi dei muscoli, i parametri respiratori e cardiovascolari vengono monitorati continuamente, dall’inizio alla fine della procedura, attraverso vari dispositivi in modo tale che l’anestesista-rianimatore abbia sotto controllo tutte le funzioni vitali in ogni momento, permettendogli qualora fosse necessario, d’intervenire tempestivamente.

Perchè è necessario bloccare l’attività muscolare? La paralisi muscolare ha sia lo scopo di favorire il lavoro del chirurgo grazie al rilassamento muscolare, evitando che il paziente possa muoversi bruscamente e/o intralciandone l’operato, sia quella di permettere la manovra d’intubazione necessaria per effettuare la respirazione artificiale del paziente, proteggendo le vie respiratorie.

L’anestesista-rianimatore, rimarrà con il paziente durante tutta la procedura e, guidato dalle strumentazioni a sua disposizione, effettuerà il monitoraggio della profondità dell’anestesia e dei parametri vitali (es.pressione, battico cardiaco, ossigenzione etc) scrupolosamente controllati durante l’operazione, interverrà somministrando l’anestetico per garantire continuamente uno stato controllato di incoscienza ed eventualmente anche degli antidolorifici in grado di garantire assenza di dolore al risveglio.

Fine Intervento: recupero e risveglio

#adocchiaperti

Al termine dell’intervento l’anestesista interromperà gradualmente la somministrazione dell’anestetico e il paziente pian piano si risveglierà. Il risveglio è quindi ottenuto attraverso la progressiva eliminazione dall’organismo dei residui dei farmaci anestetici usati. L’anestesia può essere smaltita attraverso un recupero spontaneo e quindi basterà attendere del tempo necessario affinché i farmaci vengano smaltiti oppure utilizzare farmaci antagonisti dell’anestetico stesso.

Ad esempio, una volta interrotta la somministrazione dei farmaci, i muscoli del paziente, inclusi i muscoli coinvolti nella respirazione, escono gradualmente dallo stato di paralisi indotto in precedenza dai bloccanti neuromuscolari, consentendo la ripresa della respirazione spontanea.

Per accelerare il tempo di ripresa dei muscoli e soprattutto per eliminare ogni traccia di anestetico in circolo, che potrebbe determinare nuovamente la paralisi dei muscoli respiratori e creare complicanze, vengono utilizzati farmaci innovativi che antagonizzano in modo selettivo i farmaci bloccanti neuromuscolari. I farmaci antagonisti “catturano” quelli usati per la paralisi muscolare e li “spazzano via” eliminandoli dal corpo del paziente che, in pochissimi minuti, ritorna a respirare autonomamente.

Questi farmaci consentono un recupero completo dei muscoli in meno di 3 minuti e quindi una ripresa rapida e prevedibile della respirazione spontanea.

In questa fase il paziente recupera alcune funzioni vitali di base (sensoriali e motorie), fino ad arrivare a uno stato di coscienza minimo che coincide con il risveglio .

Il risveglio è un’azione naturale e quotidiana, un atto che compiamo in modo automatico. Quando ci sottoponiamo a un intervento chirurgico, la paura più diffusa è quella di non risvegliarsi più dalla anestesia. Eppure, l’intervento dell’anestesista crea una condizione di sonno reversibile e quindi un risveglio controllato e regolato sia da strumenti che consentono di guidare l’anestesista fino al recupero totale del paziente, sia da farmaci sempre più sicuri, tollerati ed efficaci.

La sicurezza dell’anestesia moderna deriva dai progressi farmacologici e tecnologici e dalla particolare preparazione dell’anestesista. Se ne parla poco, ma la moderna anestesiologia offre sempre più sicurezza.

Ma perché l’anestesia fa così tanta paura? In generale si crede che provochi ansia la sospensione dello stato cosciente, connessa all’anestesia generale. Tuttavia questa paura è in gran parte un retaggio del passato. Non è infatti lontana l’epoca in cui l’anestesia era un salto nel vuoto, una condizione di cui si aveva effettivamente scarso controllo.

Oggi abbiamo la possibilità di monitorizzare i principali parametri vitali del paziente durante l’anestesia e di avere il quadro clinico sotto controllo in tempo reale. Inoltre, abbiamo la possibilità di monitorare lo stato del sonno e della coscienza e questo aiuta molto il medico nella prevenzione delle complicanze; ecco perchè i pazienti possono essere tranquilli.

Il monitoraggio in tempo reale consente al medico di mettere in atto tempestivamente le contromisure quando uno o più parametri risultano significativamente alterati o di intervenire con farmaci salvavita.

L’anestesia moderna è oggi sicura anche grazie ai nuovi farmaci e nuovi strumenti tecnologici e grazie alla possibilità di personalizzare l’anestesia in base alle caratteristiche dei pazienti . L’intera procedura è oggi più sicura anche per i pazienti fragili, come gli anziani, i bambini o i grandi obesi.

La visita anestesiologica è il primo atto in cui si analizza il caso clinico e si disegna un protocollo anestesiologico ad hoc che permette di rassicurare paziente. Il rapporto umano e confidenziale tra paziente e anestesista è indispensabile per creare fiducia e rassicurare.

Un ruolo centrale nell’assicurare sempre più la sicurezza anestesiologica è affidato alle società scientifiche come la SIAARTI (Società Italiana di Analgesia, Anestesia, Rianimazione e Terapia intensiva) che nel tempo ha emanato Linee guida e Buone pratiche cliniche e quindi degli standard operativi ai quali ogni centro ospedaliero deve attenersi per gestire l’anestesia in maniera sicura e affidabile.

CHI E' E CHE COSA FA L'ANESTESISTA RIANIMATORE?

Normalmente ci relazioniamo con il chirurgo perchè il suo lavoro è fondamentale per definire tecnicamente ed operativamente le modalità dell’intervento.

Durante l'intervento il chirurgo non è solo in sala operatoria ma è affiancato da una serie di figure professionali dal cui lavoro coordinato e multidisciplinare dipende grandemente l'esito dell'intervento stesso.

Spesso il lavoro di tutte queste persone è totalmente sconosciuto, come quella dell'anestesista che compie un lavoro importantissimo, viene visto dal paziente solo durante la visita anestesiologica e all’inizio dell’intervento, ma non sempre il paziente sa che l’anestesista ha una grossa responsabilità durante tutta la procedura chirurgica e anche nel recupero post-operatorio.

Cosa fa l’anestesista-rianimatore?

Prima di tutto è necessario chiarire che l’Anestesista-Rianimatore è un Medico. Per diventare anestesista-rianimatore è necessario aver conseguito la Laurea in Medicina e Chirurgia della durata di 6 anni ed aver completato un percorso di studi per ulteriori 5 anni affinchè si diventi specialisti in Anestesia-Rianimazione e Terapia del Dolore.
Il medico anestesista-rianimatore lavora non solo in sala operatoria, ma anche all’interno dei reparti di rianimazione e terapia intensiva, spesso di guardia nel pronto soccorso e sul territorio esercitando la sua attività in ambulanza e in elicottero per salvare le vite di noi tutti.
Un'altra importante funzione è quello di gestire il dolore prima durante e dopo un intervento, ma anche quella di curare il dolore cronico insieme ad altre figure professionali. L’anestesista-rianimatore si occupa pure della gestione del fine vita, delle cure palliative e, insieme ad un team multidisciplinare, dei trapianti d’organo in merito alla decisione nella fase di espianto.

E’ quindi chiaro che l’anestesista-rianimatore è fondamentale in tutto il percorso chirurgico di un paziente.

Prima dell’intervento:

  • deve garantire che il paziente sia in condizione per essere operato considerando tutti i rischi e le difficoltà che l'intervento può implicare, deve spiegare il tipo di anestesia che intende utilizzare e rispondere a tutte le domande che il paziente gli rivolge durante la visita anestesiologica

Durante l’intervento:

  • È l’unico responsabile della gestione anestesiologica del paziente sia all’induzione che al risveglio. Si occupa di somministrare il tipo di anestesia valutata come più adatta e di trattare il dolore, controlla lo stato di salute del paziente e i parametri vitali per tutta la durata dell’intervento scegliendo la modalità più adatta per intervenire e mettere in sicurezza il paziente in caso di valori alterati
  • Si occupa del risveglio del paziente seguendo il recupero dello stato di coscienza, dell’attività muscolare e respiratoria

Dopo l’intervento:

  • Si occupa del controllo del dolore anche post-operatorio
  • Segue il paziente fino alla sua ripresa completa che permette di escludere complicanze post-operatorie come quelle polmonare
  • E’ il responsabile del trattamento del dolore acuto e cure palliative anche per patologia croniche non legate ad una procedura chirurgica

FAQ
Frequently asked Questions

Qual è la paura più infondata e frequente legata all’anestesia?

Il non svegliarsi dal sonno farmacologicamente indotto o risvegliarsi anzitempo nel mezzo dell’operazione.
Eppure si tratta di un eventualità estremamente rara.

Risposta: L’anestesista rimarrà con il paziente durante tutta la procedura e, guidato dalla strumentazione per il monitoraggio della profondità dell’anestesia e dei parametri vitali (es. pressione, battito cardiaco, respirazione etc..) scrupolosamente controllati durante l’operazione, interverrà continuando a somministrare l’anestetico per garantire continuamente uno stato controllato di incoscienza e controllando la profondità dell’anestesia, evitando un recupero spontaneo. Anche il risveglio è oggi più sicuro: l’anestesia crea una condizione di sonno reversibile e quindi un successivo risveglio controllato e regolato da strumenti che consentono di guidare l’anestesista fino al recupero totale del paziente e da farmaci sempre più sicuri, tollerati ed efficaci.

Quando non posso evitare di fare l’anestesia generale?

Risposta: L’anestesia generale è necessaria in tutti i casi in cui non sia possibile effettuarne un’anestesia loco-regionale, ovvero quando l’intervento ha una durata temporale significativa che in alcuni casi potrebbe essere mal tollerata e stancante dal paziente oppure le zone del corpo da operare interessano zone del corpo strettamente coinvolte nell’atto respiratorio.

L’anestesia generale è pericolosa?

Risposta: L’anestesia si è evoluta molto nel corso degli anni e, nonostante sia una delle branche più giovani della medicina, ha fatto passi da gigante grazie all’utilizzo di nuove tecnologie e di farmaci sempre più sicuri che consentono di guidare l’anestesista per mettere in sicurezza il paziente fino al risveglio.

Ci sono rischi?

Risposta: Non esistono procedure scevre da rischi. Molto dipende dal quadro clinico pregresso del paziente che si sottopone all’anestesia. Il rischio maggiore è legato ad una possibile allergia al farmaco anestetico. Perciò è importante informare il team medico deve essere aggiornato sulle allergie e intolleranze (comprese quelle alimentari), eventuali reazioni precedenti a qualche farmaco o l’uso concomitante di altri farmaci.

Quali sono gli effetti collaterali più frequenti dell’anestesia generale?

Risposta: Nausea, Vomito, Secchezza delle fauci, Dolore o fastidio alla gola , sonnolenza prolungata. La risposta è soggettiva e, mediamente, le donne sono più sensibili degli uomini. E’ bene ricordare che i farmaci somministrati durante l’anestesia generale vengono completamente eliminati dall’organismo nel giro di poche ore e gli eventuali effetti collaterali, se presenti, saranno di breve durata.

Se si viene sottoposti ad anestesia generale si viene sempre anche “intubati”?

Risposta: Non sempre si viene intubati dipende dal tipo d’intervento e dalla sua durata, ad ogni modo si possono utilizzare maschere facciali o dispositivi che si appoggiano alla trachea per garantire una perfetta ossigenazione. Come descritto durante l’anestesia generale è necessario ottenere la paralisi dei muscoli come quelli coinvolti nell’atto respiratorio autonomo. L’intubazione consente di instaurare una respirazione artificiale durante tutta la procedura e proteggere le vie aeree da eventuali secrezioni e/o vomito che potrebbe insorgere nella fase dell’induzione.
Ci sono anche operazioni di breve durata (massimo 30’) e poco invasive, in cui può essere effettuata una sedazione (blanda, media, profonda) che induce il sonno ma lascia integra l’attività respiratoria spontanea. Questa, al limite, necessiterà di supporto con mascherina.

L’intubazione può presentare inconvenienti?

Risposta:L’intubazione è una manovra importante e delicata. Consiste, infatti, nell’infilare un tubo in trachea (inserendolo dalla bocca o dal naso) attraverso le corde vocali, per consentire la respirazione artificiale mediante collegamento ad una macchina. Talvolta può risultare difficile per la conformazione anatomica del paziente e presenta come eventuale effetto collaterale avverso, la possibilità di stimolare un broncospasmo. Quando, però, l’intubazione risulta rischiosa alla visita anestesiologica, per una particolare conformazione anatomica del paziente, si cercano vie alternative. Ad esempio si ricorre alla «maschera laringea»: meno invasiva e traumatica dell’intubazione, occupa lo spazio tra bocca e faringe, e quindi più agevole in questi casi.

Che cosa può succedere di imprevedibile in sala operatoria? Come si rimedia?

Risposta: L’anestesista sorveglia costantemente il paziente, osservandolo direttamente e con l’aiuto delle strumentazioni a disposizione , permettendogli di monitorizzare le funzioni vitali: il respiro, la pressione arteriosa, la frequenza cardiaca. E’ pronto ad intervenire per gestire ogni evenienza imprevedibile: oggi le possibilità di rimedio a disposizione dei medici in sala sono notevolmente migliorate, con una conseguente riduzione dei rischi. I rischi sono paragonabili ad un volo in aereo.
Infine, se insorgono nel corso dell’ operazione, complicazioni chirurgiche, l’anestesista provvede a prolungare o adeguare alla nuova situazione l’anestesia.

Prima di entrare in sala operatoria bisogna togliersi ori, protesi, smalto, trucco agli occhi… In che modo questi possono interferire con l’anestesia o con l’intervento?

Risposta: Può sembrare strano, ma in realtà interferiscono con entrambi. Il colorito del contorno occhi o delle unghie è un indice importante di mutamento delle condizioni di ossigenazione del paziente. Il suo corpo deve essere assolutamente libero da impedimenti. La crema potrebbe fare da isolante per gli elettrodi, i metalli possano interferire con alcune strumentazioni.

Perché a volte si arriva in camera ancora addormentati, e altre volte si è svegli?

Risposta: Il risveglio, come fase dell’anestesia, è la ripresa autonoma delle funzioni vitali che deve avvenire in sala operatoria sotto il controllo dell’anestesista. Poi il paziente può continuare a dormire oppure no, ma si tratterà solo di stato soporoso.

Se è andato tutto bene una volta, significa che tendenzialmente l’anestesia non crea problemi?

Risposta: In generale sì, ma solo se nel frattempo non sono mutate le nostre condizioni fisiche generali.

Qual è la paura più infondata e frequente legata all’anestesia?

Il non svegliarsi dal sonno farmacologicamente indotto o risvegliarsi anzitempo nel mezzo dell’operazione.
Eppure si tratta di un eventualità estremamente rara.

Risposta: L’anestesista rimarrà con il paziente durante tutta la procedura e, guidato dalla strumentazione per il monitoraggio della profondità dell’anestesia e dei parametri vitali (es. pressione, battito cardiaco, respirazione etc..) scrupolosamente controllati durante l’operazione, interverrà continuando a somministrare l’anestetico per garantire continuamente uno stato controllato di incoscienza e controllando la profondità dell’anestesia, evitando un recupero spontaneo. Anche il risveglio è oggi più sicuro: l’anestesia crea una condizione di sonno reversibile e quindi un successivo risveglio controllato e regolato da strumenti che consentono di guidare l’anestesista fino al recupero totale del paziente e da farmaci sempre più sicuri, tollerati ed efficaci.

Quando non posso evitare di fare l’anestesia generale?

Risposta: L’anestesia generale è necessaria in tutti i casi in cui non sia possibile effettuarne un’anestesia loco-regionale, ovvero quando l’intervento ha una durata temporale significativa che in alcuni casi potrebbe essere mal tollerata e stancante dal paziente oppure le zone del corpo da operare interessano zone del corpo strettamente coinvolte nell’atto respiratorio.

L’anestesia generale è pericolosa?

Risposta: L’anestesia si è evoluta molto nel corso degli anni e, nonostante sia una delle branche più giovani della medicina, ha fatto passi da gigante grazie all’utilizzo di nuove tecnologie e di farmaci sempre più sicuri che consentono di guidare l’anestesista per mettere in sicurezza il paziente fino al risveglio.

Ci sono rischi?

Risposta: Non esistono procedure scevre da rischi. Molto dipende dal quadro clinico pregresso del paziente che si sottopone all’anestesia. Il rischio maggiore è legato ad una possibile allergia al farmaco anestetico. Perciò è importante informare il team medico deve essere aggiornato sulle allergie e intolleranze (comprese quelle alimentari), eventuali reazioni precedenti a qualche farmaco o l’uso concomitante di altri farmaci.

Quali sono gli effetti collaterali più frequenti dell’anestesia generale?

Risposta: Nausea, Vomito, Secchezza delle fauci, Dolore o fastidio alla gola , sonnolenza prolungata. La risposta è soggettiva e, mediamente, le donne sono più sensibili degli uomini. E’ bene ricordare che i farmaci somministrati durante l’anestesia generale vengono completamente eliminati dall’organismo nel giro di poche ore e gli eventuali effetti collaterali, se presenti, saranno di breve durata.

Se si viene sottoposti ad anestesia generale si viene sempre anche “intubati”?

Risposta: Non sempre si viene intubati dipende dal tipo d’intervento e dalla sua durata, ad ogni modo si possono utilizzare maschere facciali o dispositivi che si appoggiano alla trachea per garantire una perfetta ossigenazione. Come descritto durante l’anestesia generale è necessario ottenere la paralisi dei muscoli come quelli coinvolti nell’atto respiratorio autonomo. L’intubazione consente di instaurare una respirazione artificiale durante tutta la procedura e proteggere le vie aeree da eventuali secrezioni e/o vomito che potrebbe insorgere nella fase dell’induzione.
Ci sono anche operazioni di breve durata (massimo 30’) e poco invasive, in cui può essere effettuata una sedazione (blanda, media, profonda) che induce il sonno ma lascia integra l’attività respiratoria spontanea. Questa, al limite, necessiterà di supporto con mascherina.

L’intubazione può presentare inconvenienti?

Risposta:L’intubazione è una manovra importante e delicata. Consiste, infatti, nell’infilare un tubo in trachea (inserendolo dalla bocca o dal naso) attraverso le corde vocali, per consentire la respirazione artificiale mediante collegamento ad una macchina. Talvolta può risultare difficile per la conformazione anatomica del paziente e presenta come eventuale effetto collaterale avverso, la possibilità di stimolare un broncospasmo. Quando, però, l’intubazione risulta rischiosa alla visita anestesiologica, per una particolare conformazione anatomica del paziente, si cercano vie alternative. Ad esempio si ricorre alla «maschera laringea»: meno invasiva e traumatica dell’intubazione, occupa lo spazio tra bocca e faringe, e quindi più agevole in questi casi.

Che cosa può succedere di imprevedibile in sala operatoria? Come si rimedia?

Risposta: L’anestesista sorveglia costantemente il paziente, osservandolo direttamente e con l’aiuto delle strumentazioni a disposizione , permettendogli di monitorizzare le funzioni vitali: il respiro, la pressione arteriosa, la frequenza cardiaca. E’ pronto ad intervenire per gestire ogni evenienza imprevedibile: oggi le possibilità di rimedio a disposizione dei medici in sala sono notevolmente migliorate, con una conseguente riduzione dei rischi. I rischi sono paragonabili ad un volo in aereo.
Infine, se insorgono nel corso dell’ operazione, complicazioni chirurgiche, l’anestesista provvede a prolungare o adeguare alla nuova situazione l’anestesia.

Prima di entrare in sala operatoria bisogna togliersi ori, protesi, smalto, trucco agli occhi… In che modo questi possono interferire con l’anestesia o con l’intervento?

Risposta: Può sembrare strano, ma in realtà interferiscono con entrambi. Il colorito del contorno occhi o delle unghie è un indice importante di mutamento delle condizioni di ossigenazione del paziente. Il suo corpo deve essere assolutamente libero da impedimenti. La crema potrebbe fare da isolante per gli elettrodi, i metalli possano interferire con alcune strumentazioni.

Perché a volte si arriva in camera ancora addormentati, e altre volte si è svegli?

Risposta: Il risveglio, come fase dell’anestesia, è la ripresa autonoma delle funzioni vitali che deve avvenire in sala operatoria sotto il controllo dell’anestesista. Poi il paziente può continuare a dormire oppure no, ma si tratterà solo di stato soporoso.

Se è andato tutto bene una volta, significa che tendenzialmente l’anestesia non crea problemi?

Risposta: In generale sì, ma solo se nel frattempo non sono mutate le nostre condizioni fisiche generali.

#ADOCCHIAPERTI

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#ADOCCHIAPERTI

prima e dopo l’anestesia

Esistono moltissimi interrogativi attorno al tema dell'Anestesia Generale!
E’ #adocchiaperti l’esito positivo di un intervento chirurgico, ma anche l’uscita dal torpore della disinformazione, per realizzare quanto l’anestesia sia una procedura sicura che non deve fare paura.
Qui troverai le corrette infomazioni su cosa è l’Anestesia generale, l’importanza del ruolo dell’Anestesista e l’impatto delle sue scelte nel percorso chirurgico del paziente.


CHIARA

MAMMA A TEMPO PIENO

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PENSIONATO

LUCA

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